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Cosenza Giuseppe (Luzzi, CS 1846 - New York 1922) Canale
olio su tela cm 42,7x33,7
firmato in basso al centro: G.Cosenza
Orfano di entrambi i genitori in tenera età, Giuseppe Cosenza fu affidato ai nonni paterni i quali lo avviarono, come era uso, ad un apprendistato da artigiano; furono tuttavia i contatti stretti con il clero locale a permettergli l’esecuzione delle sue prime opere sotto committenza così che, coadiuvato poi da un pensionato concessogli dalla Provincia cosentina,il giovane artista guadagnò denaro sufficiente per l’iscrizione all’ Istituto di Belle Arti di Napoli, città in cui il Cosenza aveva in realtà già soggiornato pochi anni prima per un breve periodo di studi in pittura sotto la guida del celebre Vincenzo Marinelli.
Seppure da studente Cosenza ebbe modo di apprendere e seguire (con ottimi risultati, stando alla numerosa lista di premi conseguiti) le teorie artistiche sia di Morelli che di Palizzi, il suo spirito anticonformista e la complicità con
l’amico di una vita, Francesco Paolo Michetti, lo condussero presto ad un avvicinamento prima ed a un lungo sodalizio
poi con il gruppo di Portici. Ivi Cosenza ebbe modo di conoscere i due artisti che forse più di tutti influenzarono la sua
produzione: da un lato lo spagnolo Mariano Fortuny, dal quale il nostro prese a prestito la resa preziosistica del colore
e la luminosità diffusa e tersa, dall’altro Edoardo Dalbono, al quale Cosenza s’avvicina evidentemente nella scelta degli svariati e caratteristici soggetti marinareschi.
A quest’ultima produzione appartiene la tela proposta (di certo antecedente alla seconda metà degli anni Ottanta,quando Cosenza si trasferirà a New York trasformando radicalmente la propria pittura da realista a simbolista e decadente), seppure non sono né la tradizionale costa partenopea né quella caprese ad esser rappresentate ma una
più insolita e rara veduta non ben identificabile geograficamente; invariato è l’intento commerciarle, che rispondeva alle incessanti richieste di paesaggi tipici italiani da parte dei collezionisti internazionali (tramite il grande mercante
Goupil), invariato quello compositivo, che seguendo i dittami del genere della “canzone sul mare” mirava alla rappresentazione sinestetica dei colori, dei suoni e finanche dei profumi caratteristici (grazie ad una maestria davvero virtuosistica nel riportare anche i più piccoli dettagli percepiti dall’artista) del placido ma pittoresco canale che occupa il centro della composizione, non senza una visione che si fa vagamente romantica pur nel suo ancorarsi saldamente alla raffigurazione del vero.
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Informazione asta
16/04/2016 17:00