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RICERCA: palizzi
  • Di Chirico Giacomo (Venosa, PZ 1844 - Napoli 1883)
    Giochi di bimbi
    olio su tavola, cm 40x31,5
    firmato in basso a sinistra: G. Di Chirico

    Di origini venosine, Giacomo di Chirico nacque in una famiglia dalla non facile situazione economica (come tanti altri artisti del tempo), che s’andò ulteriormente ad aggravare con la precoce morte del padre allorché il futuro artista aveva appena tre anni. Aiutato inizialmente dal buon cuore di alcuni concittadini (forse i celebri Nitti), Giacomo s’impiegò appena possibile come barbiere (mestiere che mantenne fino ai vent’anni circa), già mostrando tuttavia, stando alle fonti, una spiccata dote artistica nel ritrarre figure (forse i clienti) e paesaggi dal vero: compiuti dunque i primissimi studi in materia sotto la guida del fratello maggiore (di ben venti anni!) Nicola, modesto scultore, il nostro risulta iscritto al Real Istituto di Belle Arti di Napoli nel 1866 grazie al mantenimento fornitogli dal municipio di Venosa (qualche anno dopo sarà economicamente sostenuto anche dalla Provincia); nella nuova città Giacomo comunque non s’accontentò dei soli precetti accademici (principalmente impartitigli da Gennaro Ruo), ma prese a frequentare lo studio dello stimato pittore Tommaso De Vivo (ove conobbe Gaetano Capone, cui si legò in una duratura amicizia) nonché le lezioni universitarie di Francesco De Sanctis, ben inserendosi insomma nell’intero ambiente culturale partenopeo (non limitandosi cioè a quello strettamente artistico) tramite una rete di vari legami con luminari e personaggi celebri dell’epoca.
    Queste prime influenze pittoriche furono tuttavia presto superante nel clima di grande fermento artistico che imperversava nella Napoli del secondo Ottocento: Domenico Morelli e Filippo Palizzi infatti già avevano messo in atto una vera e propria rivoluzione nel gusto dell’epoca, e di lì a poco avrebbero anche riformato l’impianto dell’accademia cittadina. Giacomo di Chirico dunque s’avvicinò ad entrambe queste personalità artistiche, privilegiandone ora l’una ora l’altra: sono ad esempio spiccatamente morelliane le sue prime opere storiche, o l’Orazio Flacco di stile neopompeiano, ma nei dipinti del nostro più celebri pare forse rivelarsi un più profondo influsso palizziano: si parla infatti di scene sì di genere, ma riprese solitamente dal vero osservando usi e situazioni del suo paese natale, Venosa, con una attenzione alla rappresentazione di ogni oggetto e dettaglio minuto che non può non ricordare la “mania” del Palizzi per finanche il più sottile pelo del manto dei suoi caratteristici animali.
    L’opera proposta pertanto appartiene al filone appena descritto, seguendo quella pittura di affetti cara all’autore nel ritrarre tre fanciulli d’estrazione popolare e in abiti squisitamente locali, colti probabilmente in una pausa giocosa (il bambino sulla destra pare schizzare con l’acqua di fonte le sue compagne, che si proteggono) dagli affanni della vita quotidiana. Questo tipo di lavori di Giacomo piacque molto al celebre mercante francese Goupil, il quale ne comprò molti portandoli con sé all’estero: questa coincidenza, felice per l’artista, disperse tuttavia una certa parte della sua opera, già di per sé non ricca a causa purtroppo della prematura scomparsa del Di Chirico, così che ritrovare oggi sul mercato un suo dipinto può quasi considerarsi un piccolo miracolo.
    Stima minima €2000
    Stima massima €4000
  • Palizzi Filippo (Vasto, CH 1818 - Napoli 1899) Studio di mucche olio su tela, cm 29x47,5 firmato in basso a sinistra: F. Palizzi
    Stima minima €1000
    Stima massima €2000
  • Postiglione Salvatore (Napoli 1861 - 1906)
    Buoi
    olio su tela, cm 64,5x76,5
    firmato in basso a destra: Sal. Postiglione

    Vantando già vari artisti nella propria famiglia (Raffaele, Luigi, Luca), Salvatore Postiglione si avvicinò ben presto alla pittura, formandosi nell’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto il Lista, il Morelli, il Palizzi, cioè durante il pieno rinnovamento della temperie culturale ed artistica partenopea in chiave realista; delle due tendenze poi sviluppatesi in seno a questa radicale novità, quella appunto morelliana da un lato e palizziana dall’altro, il nostro seguì inizialmente la prima, appassionandosi alle tematiche del romanticismo storico, per poi abbandonarla in favore della seconda, e cioè di una più rigorosa aderenza a quel che gli si presentava alla vista.
    L’opera proposta appartiene senza dubbio a questa seconda fase di produzione, rappresentando infatti senza alcuna intromissione sentimentale da parte dell’artista un contesto naturale; la rappresentazione degli animali, assurti a pari dignità dei soggetti umani, proprio a partire da Filippo Palizzi ebbe ampia diffusione, talvolta non scevra di qualche virtuosismo nella resa delle anatomie e del vello ferino.
    L’adesione di Salvatore Postiglione ai suddetti principii nella rappresentazione del reale lo avvicinarono inoltre ad artisti conterranei quali Alceste Campriani (membro della Scuola di Resina) e Vincenzo Migliaro, coi quali collaborò alla decorazione del Caffè Gambrinus e della Camera di Commercio di Napoli.
    Stima minima €2500
    Stima massima €3500
  • Palizzi Nicola (Vasto - CH 1820 - Napoli 1870) Paesaggio olio su carta rip su tela cm 26,5x38 firmato e datato in basso a sinistra: N.Palizzi 1854
    Stima minima €1500
    Stima massima €1800
  • Palizzi Giuseppe (Lanciano, CH 1812 - Passy 1888) Asino e capre olio su tela, cm 35x43 firmato in basso a destra: G. Palizzi
    Base asta €1500
    Stima minima €2500
    Stima massima €3500
  • Mancini Francesco detto Lord (Napoli 1830 - 1905) Contadini alle messi olio su tela, cm 94x150 firmato e datato in basso a destra: F. Mancini 68 a tergo timbro Gall. Edmondo Sacerdoti, Milano;cartiglio Gall. Bianchi d'Espinosa & Rossato

    Provenienza: Gall. Sacerdoti, Milano; Gall. Bianchi d'Espinosa & Rossato ; coll. privata, Napoli

    Esposizioni:Galleria d'arte Bianchi d'Espinosa & Rossato ,Napoli 1972 Bibliografia:Cat. Galleria d'arte Bianchi d'Espinosa & Rossato, Napoli 1972, tav. 22 n° cat 66

    Se la ricca produzione che gli valse il celebre soprannome di Lord fu tutta incentrata sugli svaghi dell’alta società inglese (che assiduamente frequentava), con qualche eccezione squisitamente folclorica (e comunque fortemente influenzata dai modi di artisti locali quali Leitch e Stanfield) solo per soddisfare le richieste degli amici collezionisti londinesi, il primo repertorio di Francesco Mancini andò oscillando fra il vedutismo ancora fortemente romantico di Gabriele Smargiassi (suo mentore negli anni di formazione al Real Istituto di Belle Arti di Napoli durante il quinto decennio dell’Ottocento), pur arricchito di frequenti studi dal vero nel corso di più viaggi per tutto il Meridione italiano, ed il nuovo naturalismo di Filippo Palizzi, lo studio del quale il nostro frequentò a partire dal 1858, conoscendo così anche l’Altamura, il Morelli, il Tedesco ed in generale tutto il gruppo degli artisti calabresi (cui Francesco si sentì affine anche per afflato risorgimentale).
    Eccellente riprova di questa duplice tendenza costituisce la grande opera proposta: lo scenario deve far pensare ad una attenta riproduzione dal vero, mostrando inoltre i segni evidenti della sempre maggiore sensibilità atmosferica e luministica che il Mancini andò via via maturando verso le svariate e molteplici condizioni del tempo e delle stagioni, laddove i suoi personaggi, in tipici ma stranamente lindi abiti popolari, tradiscono una certa trasfigurazione del mondo contadino ed i suoi lavori in senso lirico e sognante, più vicino al ricercato souvenir per gli ultimi viaggiatori del Grand Tour che alla difficile realtà sociale vissuta al tempo dai ceti più bassi del Sud Italia.
    Stima minima €7500
    Stima massima €12500
  • Palizzi Nicola (Vasto - CH 1820 - Napoli 1870)
    Paesaggio
    olio su tavola, cm 28x37
    firmato, datato e iscritto in basso a sinistra: Palizzi ...
    Stima minima €1800
    Stima massima €2500
  • Palizzi Nicola (Vasto - CH 1820 - Napoli 1870)
    Il Tempio di Apollo al lago d'Averno
    olio su tela, cm 28,5x18,5
    firmato e datato in basso a sinistra: N. Palizzi 1852

    Provenienza: Coll. privata, Napoli

    Bibliografia: R. Caputo, La Pittura napoletana del II Ottocento, Di Mauro Editore, Sorrento (NA) 2017, p.45.

    L’anno prima di aver realizzato questa piccola composizione, Nicola dipinge il Terremoto di Melfi (Vasto, Museo Civico) aderendo a criteri più squisitamente di informazione, quasi al livello di un giornalismo di attualità, attingendo e perseguendo quel genere di soluzioni in cui si mostra attento a fornire una sorta di cronaca, obiettiva e distaccata. In questa avanzata fase del progressivo maturarsi della sua personalità osserviamo come Nicola, in una sorta di sdoppiamento della personalità, contemporaneamente affronti, da una parte, ampie composizioni a prevalente tema paesaggistico più gradito in quell’epoca negli ambienti napoletani e dall’altra, approfondisce i termini di un suo più personalizzato linguaggio in quei spontanei dipinti di piccole dimensioni realizzati all’aria aperta durante i soggiorni a Cava, a Sorrento o nei dintorni di Napoli. Infatti in questa gita a Il Tempio di Apollo al lago d’Averno, seppur la scena è composta secondo i canoni posillipisti, già nel modo di inserire i personaggi, si avverte, da parte dell’artista, un fare più libero da quei caratteri ricorrenti per la committenza mondana e cortigiana, elaborati da un Capobianchi o da un Fergola.
    Stima minima €2500
    Stima massima €4500
  • Palizzi Nicola (Vasto - CH 1820 - Napoli 1870) Paesaggio lacustre olio su tela, cm 55x45 firmato e datato in basso a sinistra: N. Palizzi 59
    Stima minima €4500
    Stima massima €7500
  • Palizzi Filippo (Vasto, CH 1818 - Napoli 1899) Pastorella tecnica mista su cartoncino cm 18,5x26,5 firmato in basso a destra: Filip. Palizzi
    Stima minima €400
    Stima massima €600
  • Palizzi Giuseppe (Lanciano, CH 1812 - Passy 1888) Capra olio su tela rip. su cartone , cm 25x20 firmato in basso a sinistra: Palizzi
    Stima minima €700
    Stima massima €1000
  • Monteforte Edoardo (Polla, SA 1849 - Napoli 1933)
    I gramignai al Sebeto
    olio su tavola, cm 15,8x26
    firmato in basso a sinistra: E. Monteforte

    Provenienza: Coll. privata, Napoli
    Bibliografia: Ottocento. Catalogo dell’Arte italiana Ottocento – primo Novecento, n.40, Metamorfosi ED. Milano 2011, p. 377.

    Nato a Polla, in provincia di Salerno, Edoardo Monteforte entrò all’Istituto di Belle Arti di Napoli nel 1862.
    Durante l’alunnato conseguì diversi premi ed esordì nel 1870, alla Promotrice di Napoli con il dipinto Cavalli in Pastura.
    Fu un pittore molto apprezzato che trattò prevalentemente il paesaggio e le marine. Risultò particolarmente gradito al pubblico straniero (buona
    parte della sua produzione fu accaparrata da mercanti francesi ed inglesi) che amava in lui il linguaggio tonale e la plasticità cromatica della grande scuola di paesaggio napoletana. Infatti I gramignai al Sebeto, pur risentendo di alcune controllate fascinazioni palizziane, rappresenta la quotidianità contadina con una straordinaria quanto robusta perizia cromatico-disegnativa. Una struttura ricavata da un vecchio rudere funge da ricovero per
    i lavoratori e, grazie alla copertura a cupola montata con foglie e giunchi, offre loro una momentanea pausa. I cavalli, invece, trovano refrigerio direttamente nel rigagnolo che scorre tra le loro zampe.
    Tutti gli elementi e le figure presenti in questo dipinto sono riconducibili al tentativo di ricostruzione di uno spaccato di vita rurale, secondo il nuovo filone di verismo sociale, diffusosi nel Meridione e nel resto d’Italia a partire dal 1880. In quest’ottica, l’opera di Monteforte, che si era dedicato al vedutismo di matrice posillipiana prima e resinista poi, non si qualifica per la volontà di proporre, con i soggetti trattati, una denuncia sociale ma ambisce, piuttosto, alla sperimentazione di un nuovo linguaggio artistico. Il pittore si muove proprio nel solco della contemporanea pittura verista su un tema caro ai pittori napoletani del XIX secolo ed utilizzato da altri autori, tra i quali Palizzi, Ricciardi, Pratella ed in particolare da Michele Cammarano, verso il quale, per solidità d’impianto, respiro atmosferico e per scelta scenografica, Monteforte sembra essersi maggiormente rapportato.
    Stima minima €4500
    Stima massima €6500
  • Palizzi Giuseppe (Lanciano, CH 1812 - Passy 1888) Idillio campestre olio su tela (ovale) cm 64,5x81 firmato e datato in basso al centro: Palizzi 51
    Stima minima €5000
    Stima massima €8000
  • Palizzi Giuseppe (Lanciano, CH 1812 - Passy 1888) Pascolo a Fontainebleau olio su tavola cm 34x54 firmato in basso a sinistra: Palizzi a tergo cartiglio Gall. Bentivegna, Montecatini Terme
    Stima minima €7500
    Stima massima €13500
  • Palizzi Filippo (Vasto, CH 1818 - Napoli 1899) Cavalli in amore olio su tela cm 31x44,5 firmato in basso a sinistra: Fil. Palizzi
    Stima minima €12000
    Stima massima €18000
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