Provenienza: Coll. Caporali, Napoli; Coll. Gualtieri, Napoli; Coll. E. Mele; Coll. privata, Napoli
Esposizioni: Napoli 1927; Milano 1929; Roma 1953; Napoli 1955; Napoli 1958; Napoli 1961; Napoli 2006
Bibliografia: P. Levi, Domenico Morelli nella vita e nell’arte, Roma - Torino 1906, p. 363; A. Conti, M. Limoncelli, Celebrazione morelliana nella R. Accademia di Belle Arti in Napoli, maggio - luglio, Napoli 1927, p. 36; A. Conti, Domenico Morelli, Napoli 1927, tav. XVI; Maestri napoletani dell’800 nella collezione Gualtieri, Galleria Scopinich, Milano 1929, n. 38, tav. LXXVII; Mostra dell’arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia, Roma 1958, p. 47; La pittura napoletana del secondo Ottocento, a cura di L. Autiello, Napoli 1958, tav. XI; Mostra di Filippo Palizzi e Domenico Morelli, Napoli 1961, n. 104,
tav. 100; Saverio Altamura pittore e patriota foggiano nell’autobiografia nella critica e nei documenti, a cura di M. Simone, Foggia 1965; L’Ottocento napoletano nelle collezioni private, a cura di R. Caputo, Napoli 1999, tav. 17, p. 50; Domenico Morelli e il suo tempo 1823-1901 dal Romanticismo al Simbolismo, a cura di L. Martorelli, catalogo della mostra di Napoli 2005-06, pp. 124-125 (scheda di V. Maderna).
L’Otello uccide Desdemona fa parte dei dipinti a soggetto letterario di Morelli tipici degli anni Sessanta e testimonia il suo interesse per i drammi di Shakespeare e in generale per la letteratura straniera, i cui temi furono il nerbo della riforma della pittura di storia, operata da Morelli stesso, in direzione di una prospettiva veristica. A Shakespeare rivolse la propria attenzione anche il Maestro Giuseppe Verdi con il quale Morelli condivise
un rapporto di vera amicizia e che, circa un ventennio più tardi l’esecuzione di questo dipinto,
chiese a Morelli di occuparsi nuovamente dell’Otello.
Rispetto alle opere degli anni Cinquanta, in cui era predominante il carattere descrittivo che indicasse una chiara leggibilità del soggetto, in quelle del decennio successivo, cui appartiene il nostro Otello, domina la valenza del sentimento che rende chi guarda partecipe del dramma che si sta consumando.
La veloce e impetuosa pennellata di questo dipinto, che fa uniche le opere di Morelli, carica di pathos, è essa stessa esplicativa dei messaggi interni della scena, del suo tempo narrativo e di tutto il dramma che in essa si riassume.
Isabella Valente