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ASTA

lotto 120

  • Duclere Teodoro (Napoli 1815 - 1869)
    Tracciato del Corso Maria Teresa
    olio su tela, cm 30x44
    iscritto in basso a destra: le 28 Juillet 1853
    a tergo firmato: T. Ducler; timbro Galleria Giosi,Napoli

    Provenienza: Tullio Giosi, Napoli; Collezione privata, Napoli
    Esposizioni: Napoli, 1999; Napoli, 2002; Modena, 2003

    Bibliografia: Alfredo Schettini, La pitturanapoletana dell'ottocento, Napoli 1967, vol. I, tav. p. 25; Catalogo Galleria Giosi, Napoli 1999, tav. 36; Catalogo Ottocento, Torino 1999, p. 281; Catalogo Ottocento, Torino 2000, p. 305; Catalogo Ottocento, Milano 2000, n. 29 p. 175; Renato Ruotolo, La Scuola di Posillipo, Napoli 2002, p. 131; Rosario Caputo, Panorama Pittorico Napoletano dell'Ottocento, Napoli 2002, p. 47; scheda di Patrizia Piscitello in L'Ottocento napoletano dalla veduta alla trasfigurazione del vero, a cura di Luisa Martorelli, Modena 2003, pp. 22-23; Rosario Caputo, Infinite emozioni La Scuola di Posillipo, Napoli 2010, p. 181




    L’insolito scorcio cittadino reso nel dipinto in oggetto, al di là dell’interesse paesaggistico demandato da Duclère alla resa atmosferica e al taglio, ha un valore documentario di carattere eminentemente storico-urbanistico: difatti la data posta al dipinto dal pittore “le 28 Juillet 1853” documenta con voluta precisione che sono trascorsi esattamente due mesi dall’inaugurazione del nuovo corso cittadino, intitolata alla augusta regina Maria Teresa, moglie di Ferdinando II di Borbone, al quale si deve il merito di avere promosso i lavori per la realizzazione del corso che, andando dalla Cesarea a Piedigrotta, a mezza costa, rendeva accessibile tutta la parte più alta della città. La costruzione della strada fu ordinata verso la fine del 1852, ne fu aperta la traccia il 6 aprile del 1853 e fu inaugurata il 28 maggio di quell’anno. L’avvenimento viene celebrato nel Giornale del Regno delle due Sicilie, in data 31 maggio 1853: “La traccia aperta il dì 6 aprile, è stata dalle LL. MM. Trascorsa in coccio il dì 28 maggio. In soli 44 giorni il vivo della montagna ha ceduto al ferro di mille operai, sei valli hanno indossato altrettanti ponti, dei quali due più alti che non è quello della Sanità a Capodimonte; sonosi dileguati gli ostacoli d’ogni sorta nella lunghezza di altre due miglia e mezzo, la strada insomma fu immaginata e fatta; e bellissima tra le belle che ornano il globo terraqueo, ...” (L. De la Ville sur-Yllon, Il Corso Vittorio Emanuele, in “Napoli Nobilissima”, IX, 1900, pp. 177-181, p. 18). L’inaugurazione del 28 maggio coinvolse le autorità cittadine e i festeggiamenti si protrassero fino a sera in tutta la città. Duclère rende in questo dipinto, con il segno agile e sintetico che caratterizza le sue opere, una veduta aperta della città che, attraverso il punto di vista alto, gli consente di tracciare il golfo dal lato di Mergellina e di Posillipo, con il profilo di Capri sulla sinistra, senza trascurare una attenta ricostruzione urbanistica. Il punto di ripresa si trova in quella parte del Corso che attualmente si innesta con parco Grifeo, mentre in lontananza si intravedono altri tornanti che prolungano il sentiero in direzione di Mergellina. Immediatamente a valle è ben riconoscibile la compatta cortina dei palazzi che si snodano sull’antica via Campana (attuale via Piscicelli), nel tratto che va dall’Ascensione (non visibile nell’immagine) a Santa Maria in Portico, la cui cupola svetta sulle case del borgo di Chiaia. L’inconsueto punto di vista non consente di osservare l’arco del litorale di Chiaia, ma si intravedono solo alcuni dei palazzi emergenti sulla Riviera, come il Palazzo d’Alarçon (poi residenza del Conte di Siracusa). In lontananza,illuminate dalla piena luce solare, appaiono le case del borgo di Mergellina oltre le quali si prolunga sullo sfondo il promontorio di Posillipo. Purtroppo i lavori cominciati e inaugurati così rapidamente, proseguirono con grande lentezza. I ponti che nella primavera del ‘53 furono realizzati in legno, vennero costruiti in muratura assai più tardi e si può dire che fino al 1860 - anno in cui, dopo la conquista di Garibaldi, il Corso fu dedicato al primo re d’Italia, Vittorio Emanuele - la via era rimasta quasi solo tracciata.

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Informazione asta 16/04/2016 17:00